ALL’ARISTON PER IL FESTIVAL ANCHE LA SCULTURA “RUMORE BIANCO” DELL’ARTISTA ENRICO BENETTA. Le immagini

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La 67esima edizione del Festival di Sanremo (7-11 febbraio 2017) è oramai alle porte e sia la Città dei Fiori che ovviamente il Teatro Ariston si sono preparati e vestiti a festa per il più importante avvenimento televisivo e nazional-popolare del nostro Paese.

Tra i tanti allestimenti previsti per il Teatro, è arrivato anche il gradito dono della scultura “Rumore Bianco” dell’artista Enrico Benetta. Una splendida opera d’arte in acciaio composta da note e altri simboli musicali, dell’altezza di 250 centimetri, sistemata sulle scale che collegano la Sala Principale del Teatro alla Galleria.

Un piccolo “assaggio” dell’opera si trova anche nelle vetrine che conducono agli ascensori delle sale Roof dell’Ariston, insieme alla locandina di questo attesissimo #Sanremo2017.

(Courtesy Galleria Russo)

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Enrico Benetta

Diplomato nel 2001 in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia il proprio percorso artistico nell’arte contemporanea. Nel 2002 partecipa ad un master in comunicazione presso la struttura “INAREA, identity and design network”, nella sede principale di Roma: esperienza che si traduce in una concreta collaborazione artistico-professionale.
Il lavoro di Benetta è caratterizzato da un linguaggio che si muove su diversi registri stilistici, mirabilmente fusi dalla forte personalità dell’artista, traboccante di desiderio di comunicare, in cui si fondono insieme fonti culturali lontane tra di loro. La sua opera è rivolta ad un pubblico vasto ed eterogeneo, dove ciascuno, in base alla propria sensibilità artistica, letteraria e affettiva, può trarre godimento dalla fruizione dell’opera. Tratto distintivo delle sue opere, siano esse tele o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, divenuto la cifra stilistica dell’artista, base per la creazione di un’originale e casuale “trama” visiva.

 

È come se la lettera per Benetta non fosse l’elemento primario della parola, ma vada contemplata in sé, come pensiero costitutivo dell’opera stessa. Le lettere infatti cadono dalle pagine creando nuove storie, nuove avventure che l’immaginazione dello spettatore rielabora e conclude, dando ogni volta un diverso significato all’opera. L’acciaio corten, materiale naturale usato per le sculture, trasmette alle opere quella patina di passato che evoca in pieno il fascino dei grandi volumi di storie. Vive a Montebelluna (Treviso). Lavora con importanti gallerie come Galleria Russo di Roma e Galleria Tornabuoni di Firenze.

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