Da ormai più di un anno alcune opere dell’artista montebellunese Enrico Benetta sono ospitate all’interno del Teatro Ariston di Sanremo. Era infatti il periodo del Festival 2017, quando all’Ariston approdò la scultura “Rumore Bianco”: un’enorme clessidra bianca, una originalissima opera d’arte in acciaio composta da note e altri simboli musicali, dell’altezza di 250 centimetri, sistemata sulle scale che collegano la Sala Principale del Teatro alla Galleria.
“La felicità per me è avere un’opera d’arte all’interno del mitico Teatro Ariston,” commenta l’artista. “Una clessidra di note e parole che raccoglie le voci e le emozioni di tutti i cantanti e di tutte le persone che sono riuscite a realizzare il sogno di essere in quel tempio della musica! Le arti si fondono per dare vita a nuove indimenticabili storie! W Sanremo!”
Altre opere dello stesso tema “Parole e Note” si trovano anche nelle vetrine che conducono agli ascensori delle sale Roof dell’Ariston.
La proprietà dell’Ariston esprime la soddisfazione e il piacere di ospitare, tra le tante opere d’arte che affollano le sale del Teatro, luogo di cultura, anche i lavori dell’artista Enrico Benetta.
Enrico Benetta
Diplomato nel 2001 in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia il proprio percorso artistico nell’arte contemporanea. Nel 2002 partecipa ad un master in comunicazione presso la struttura “INAREA, identity and design network”, nella sede principale di Roma: esperienza che si traduce in una concreta collaborazione artistico-professionale.
Il lavoro di Benetta è caratterizzato da un linguaggio che si muove su diversi registri stilistici, mirabilmente fusi dalla forte personalità dell’artista, traboccante di desiderio di comunicare, in cui si fondono insieme fonti culturali lontane tra di loro. La sua opera è rivolta ad un pubblico vasto ed eterogeneo, dove ciascuno, in base alla propria sensibilità artistica, letteraria e affettiva, può trarre godimento dalla fruizione dell’opera. Tratto distintivo delle sue opere, siano esse tele o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, divenuto la cifra stilistica dell’artista, base per la creazione di un’originale e casuale “trama” visiva.
È come se la lettera per Benetta non fosse l’elemento primario della parola, ma vada contemplata in sé, come pensiero costitutivo dell’opera stessa. Le lettere infatti cadono dalle pagine creando nuove storie, nuove avventure che l’immaginazione dello spettatore rielabora e conclude, dando ogni volta un diverso significato all’opera. L’acciaio corten, materiale naturale usato per le sculture, trasmette alle opere quella patina di passato che evoca in pieno il fascino dei grandi volumi di storie. Vive a Montebelluna (Treviso). Lavora con importanti gallerie come Galleria Russo di Roma e Galleria Tornabuoni di Firenze.